Nel bene e nel male siamo persone abitudinarie.
Cialdini, nel suo libro Le armi della persuasione scrive che “una volta compiuta una scelta o presa una posizione, andiamo incontro a tutta una serie di pressioni, personali e interpersonali, nello sforzo di essere coerenti con quell’impegno”.
I nostri cervelli hanno la necessità di “risparmiare spazio” e per questo motivo, quando abbiamo deciso di impegnarci in qualcosa, non ci pensiamo più e quella decisione non viene messa più in discussione.
Quando prendiamo decisioni, la nostra percezione è influenzata dai giudizi che abbiamo espresso in passato come un modo per rimanere coerenti con noi stessi.
Questo accade perché pensiamo che le nostre decisioni e/o i nostri comportamenti debbano allinearsi con le decisioni che abbiamo preso in passato.
Non c’è nulla di male nell’essere coerenti, ma continuare ad insistere su una decisione presa o su un comportamento tenuto che ci porta a risultati sbagliati solo perché dobbiamo essere coerenti, non è la mossa giusta.
Infatti, rifiutarsi di cambiare posizione può:
- portarci a risultati indesiderati
- può anche fungere da barriera alla nostra crescita personale
- compromettere la nostra capacità di prendere buone decisioni.
Come fare per non cadere nel Bias della coerenza?
Il primo passo è riconoscere che la coerenza non è il fine, ma il mezzo.
Se scopriamo che alcuni nostri comportamenti passati o le nostre idee non sono più in linea con i nostri obiettivi o valori, non c’è motivo di rimanere fedele a loro.
E se abbiamo il timore che gli altri possano pensare male di noi, concentriamoci piuttosto sul bene che riceveremo (o faremo) dal cambiare il nostro comportamento o la nostra idea.
Come in ogni mio post sui Bias, se l’argomento ti appassiona iscriviti alla mia newsletter. Riceverai ogni lunedì il Bias della settimana.
A presto 😊