Cammini per strada. Ad un certo punto noti qualcosa che non va. Un ragazzo a pochi metri da te inciampa, cade per terra battendo la testa e non si rialza più.
Vedi del sangue per terra e ti rendi conto che la situazione è davvero grave.
Per strada non c’è nessuno. Tu agisci prontamente, chiami il 118 e provi a svegliare il ragazzo senza però muoverlo per evitare altre lesioni.
Arrivano i soccorsi che, velocemente, lo rianimano e lo portano in ospedale salvandogli la vita.
Fai un bel respiro. Continui per la tua strada e molto probabilmente non ti senti nemmeno un eroe. In fin dei conti hai fatto quello che, secondo te, avrebbero fatto tutti.
Siamo davvero così sicuri?
Ci sono situazioni in cui, nonostante la gravità del fatto e in presenza di molte persone, tutti restano fermi a guardare la scena, in attesa che qualcun altro faccia la prima mossa.
Non sono stronzi, anche se è la prima cosa a cui viene da pensare.
🧠 Semplicemente sono vittime del Bias dell’effetto spettatore cioè la tendenza a non agire in una situazione critica quando sono presenti altri spettatori passivi.
L’effetto è stato descritto e studiato negli anni Sessanta, dopo un tragico evento a New York.
Nel 1964, dinanzi ad un omicidio, alcune persone che assistettero alla scena, intervennero solo quando ormai era troppo tardi.
Il caso suscitò scalpore nell’opinione pubblica portando molti scienziati a studiare il fenomeno.
Ci sono due fattori principali che contribuiscono all’effetto spettatore:
- In primo luogo, la presenza di altre persone crea quella che viene chiamata diffusione di responsabilità: poiché ci sono altri “testimoni”, le persone non sentono tanta pressione per agire.
- Il secondo motivo è la necessità di comportarsi in modo corretto e socialmente accettabile. Di conseguenza, se nessuno reagisce significa che è giusto restare fermi e attendere che succeda qualcosa.
Studi successivi hanno confermato che l’effetto aumenta quando il numero di persone presenti aumenta o quando la situazione è ambigua.
Inoltre l’effetto spettatore tende ad essere più forte nelle città piuttosto che nelle aree rurali.
Il Bias dell’effetto spettatore succede anche in situazioni meno gravi.
Ad esempio, sei in una sala riunioni con una decina di persone, suona il campanello e nessuno si alza.
Non è pigrizia o cattiva educazione.
E’ nuovamente il Bias dell’effetto spettatore.
💪 Come possiamo gestire questo bias?
Alcuni psicologi, di fronte a una situazione che richiede un’azione, suggeriscono di valutare la gravità della situazione e agire, interrompendo di fatto il bias dell’effetto spettatore.
Una seconda opzione è quella di coinvolgere un’altra persona, chiedendole aiuto. In questo secondo caso, difficilmente la persona potrebbe rifiutarsi di aiutarti.
A presto 😊