Se stai leggendo quest’articolo è perché ti trovi in una di queste situazioni:
Sei un dipendente e vorresti abbandonare il posto fisso (mhm…) per abbracciare un futuro ricco di opportunità e incertezze;
Ti stai lanciando per la prima volta nel mondo del lavoro e hai deciso di essere il datore di lavoro di te stesso;
Oppure sei un libero professionista e stai valutando l’ipotesi di tornare alla vita da dipendente.
In questo articolo mi rivolgo proprio a te, futuro libero professionista, che desideri lanciarti in un mondo libero, ma insidioso.
Sei pronto? ?
Cosa troverai in questo articolo ?
Di articoli che parlano delle differenze tra liberi professionisti e dipendenti, il web è pieno.
Quindi ho decido di focalizzarmi solo su ciò che conta realmente e che nessuno ti ha mai detto.
Anche perché, sono verità scomode.
Fanno anche un po’ male e se non sei preparato ad affrontarle, possono causare ripensamenti, mal di pancia e nausea verso quella che un tempo chiamavi “passione”.
Verità numero 1: chi sei?
La libera professione non è una partita iva, non è un ufficio, non è aspettare i clienti bussare alla porta.
La libera professione inizia dalla risorsa più importante: tu.
Prima di lanciarti, fai una riflessione su te stesso. Chi sei, cosa fai, qual è la tua storia, le tue competenze.
Scrivi e prendi nota.
Ti tornerà utile. Fidati.
Verità numero 2: sai chi sono i tuoi clienti?
Tutti.
Sbagliato.
Certo, sarebbe bello se il tuo servizio servisse a tutti, ma se ti occupi di posizionare i siti web sui motori di ricerca, difficilmente le persone che non hanno un sito web (e non hanno la minima intenzione di realizzarlo) potranno diventare tuoi clienti.
Spero, dunque, che tu sappia già a chi offrire i tuoi servizi.
La domanda che ti faccio è: quanti clienti ci sono disposti a rivolgersi a te?
Sono disposti a separarsi dal proprio denaro per darli a te in cambio della tua consulenza?
Il numero delle persone (o delle aziende) disposte a diventare tuoi clienti è sufficientemente valido per rendere sostenibile il tuo lavoro?
Scrivi e prendi nota su chi sono i tuoi clienti.
Ti tornerà utile. Fidati ?
Verità numero 3: conosci chi sono i tuoi competitors?
Non procurarsi informazioni sul nemico, e combattere per anni, per evitare di compensare agenti segreti abili è dunque un’azione che va contro il popolo, è indegna di un generale, di un retto consigliere del sovrano, di una persona che possa raggiungere la vittoria – tratto da L’arte della Guerra.
Non amo prendere in prestito gli esempi e i termini dal campo militare, ma è necessario quando si deve porre l’attenzione su alcuni aspetti della libera professione.
Così come un generale conosce i propri nemici, allo stesso modo tu hai il dovere di sapere esattamente chi sono i tuoi concorrenti.
Esattamente non significa approssimativamente.
Significa conoscere tutto di loro.
Chi sono, cosa fanno, come si muovono, chi sono i loro clienti, di cosa hanno paura, in cosa sono forti.
Scrivi e prendi nota su chi sono i tuoi competitors.
Ti tornerà utile. Fidati ?
Verità numero 4: sai come acquisire i clienti?
Un volantino, una pagina fan, un sito web, il blog.
Come fai a scegliere la strada giusta per raggiungere i tuoi clienti?
Se non lo sai, devi trovare il modo per saperlo.
Diversamente, brucerai soldi e non avrai clienti.
Verità numero 5: perché sei diverso dagli altri?
Qualità, passione, professionalità, prezzi, servizio.
Se pensi di essere diverso per uno o più caratteristiche elencate, cambia strada.
La qualità è presunta.
La passione, ce lo auguriamo.
La professionalità è un dovere.
I prezzi, beh… a meno che tu non voglia essere un supermercato.
Il servizio. Quindi?
Se non sai come essere diverso dagli altri, sarai uguale a loro.
Verità numero 6: tempo per denaro!
Il libero professionista può decidere di andare in vacanza quando vuole, ma non viene pagato.
Al minimo cenno di raffreddore può stare a casa, ma non viene pagato.
Da libero professionista dovrai abituarti all’idea di scambiare tempo per denaro.
[in teoria] Più lavori e più guadagni, meno lavori e meno guadagni.
Tuttavia c’è un modo per continuare a guadagnare senza utilizzare il tuo tempo, ma questo metodo all’università non te lo spiegano.
Su questo, a giorni, pubblicherò un articolo.
Considerazioni finali.
Fare il libero professionista richiede impegno, sacrificio, studio, costanza, consapevolezza, coraggio, analisi, rischio e un approccio mentale assolutamente diverso da chi lavora come dipendente o, peggio ancora, rispetto al libero professionista di vent’anni fa.
Tuttavia, possono capitare nella vita quei momenti difficili in cui la libera professione non permette di vivere una vita dignitosa e la scelta del posto da dipendente, sembra essere la soluzione a tutti i problemi.
Sono d’accordo, ma ad una condizione.
Quella di aver adottato un approccio diverso rispetto al “Ho una laurea, un master e uno studio. Adesso attendo che i clienti bussino alla mia porta!”.
Questo modo di vedere le cose non funziona più.
L’approccio giusto è quello di guardare la libera professione con gli occhi di chi sta avviando un’attività commerciale, pur mantenendo le caratteristiche proprie del libero professionista.