Un computer, una connessione, qualche profilo social e know-how quanto basta per realizzare un sito web ed ecco che tutti possono diventare consulenti marketing per le PMI.
Attenzione. Non voglio generare polemica, né tanto meno attaccare il famoso “cuggino” e la sua cultura.
Quello su cui voglio porre l’attenzione è ribadire, ancora una volta, quanto sia importante il sapersi differenziare dalla concorrenza per emergere dalla massa e staccarsi dai concorrenti, qualificati o meno.
Il tutto nasce da qui:
un interessantissimo articolo apparso sul ilsole24ore.com in cui si parla di come “non si fa fatica a scoprire una quantità irrazionale e pazzesca di esperti di marketing e comunicazione, sedicenti manager o strateghi della brand reputation.”.
Così, mentre “Il tasso di disoccupazione riguardante i giovani supera abbondantemente il 30% e non mostra segni di diminuzione” e “si rileva che nell’ambito del lavoro indipendente, il calo è continuo e inarrestabile: 186.000 posizioni in meno“, i nuovi manager esperti in consulenza marketing è in forte crescita.
Come si diventa marketing manager?
Beh, sicuramente la laurea in marketing o in economia offre un vantaggio non indifferente, in quanto fornisce una panoramica (ampia) del settore e l’approccio corretto alla parte numerica della materia. La strategia la si impara solo seguendo progetti reali sul campo.
Tuttavia, è noto come “alcuni” ragazzini, siano diventati esperti in alcuni settori del marketing, come l’affiliate.
Attenzione però: un conto è essere bravi nelle affiliazioni, un altro è definirsi marketing manager.
Come si diventa, quindi, sedicenti esperti di web marketing?
E’ semplicissimo:
“…comincia a dare consigli ad altri su come posizionarsi sui motori di ricerca, apre pagine e siti sul web e, soprattutto, spende quel po’ di denaro che possiede per apparire in prima fila; in poche parole, resta un disoccupato, pur non essendo riconosciuto come tale, mettendo in scena tragicomicamente una sorta di mito della roba. Lungo l’itinerario dell’equivoco, incontriamo anche un altro elemento, il manager, trasformatosi ormai in una sorta di etichetta che molti appiccicano al proprio petto per varcare la soglia degli specialisti.”
Vorrei soffermarmi qui ovvero sulla parola specialisti.
In un mercato iper affollato, dove l’offerta di competenze supera abbondantemente la domanda, essere uguale a tutti gli altri, non aiuta il libero professionista.
A maggior ragione, in un mercato come quello del marketing digitale, a pagarne le spese sono in due:
- le aziende;
- i veri consulenti di web marketing.
Ed è proprio sui secondi sui quali vorrei soffermarmi.
I consulenti di web marketing, ma anche tutti gli altri consulenti, liberi professionisti o freelance, hanno una sola arma a disposizione per non essere coinvolti in un suicidio collettivo: differenziarsi.
Non smetterò mai di ripeterlo.
I liberi professionisti, hanno bisogno di essere differenti dagli altri.
Non serve definirsi geometra per essere “scelto” in mezzo a tanti altri geometri.
Non basta chiamarsi architetto per essere scelto dalle giovani coppie per la realizzazione della nuova casa.
Se la differenziazione non servisse, allora al supermercato troveremmo solo prodotti privi di marca e con la dicitura “pasta”, “detersivo”, “mozzarella”, ecc.
Allo scaffale dei vini, troveremmo decine di bottiglie con la sola indicazione del syrah, cataratto, malvasia ecc.
“Ma noi non siamo prodotti da supermercati”, potrebbe contestare qualcuno.
Vero, ma senza alcuna differenza, il risultato non cambia.
Perché scegliere un medico piuttosto che l’altro se tanto son tutti uguali?
Ed ecco quindi un altro “pezzetto” dell’articolo che preferisco:
“Sforzandosi d’essere consigliere e consulente d’un certo ‘altro’, dimentica di promuovere e consigliare sé stesso o, forse, non ha più il tempo per farlo.”
Promuovere se stessi, per alcuni liberi professionisti, sembra che sia quasi “disprezzabile”.
Per altri, invece, è l’unica soluzione per emergere dalla massa.
Ed è ai secondi che mi rivolgo.
Promuoversi è l’unico modo per “esserci” a patto che la promozione non sia fine a se stessa.
Ma su questo punto, ne parlerò prossimamente sul mio blog.