Fino a qualche giorno fa pensavo di avere un qualche disturbo circa la mia necessità di dover necessariamente completare il capitolo prima di posare il libro o di dover finire l’ultimo quadrato di cioccolato prima di conservare quel che rimane della tavoletta.
Una necessità dovuta all’esigenza di trarre dal completamento un certo senso di soddisfazione istantanea.
🧠 Oggi posso finalmente dare una risposta grazie al Bias di oggi ovvero il Bias dell’unità.
Il bias dell’unità crea in noi stessi un impulso a completare un’unità di azione per evitare di lasciarla a metà indipendentemente dalle dimensioni.
Il desiderio di completare un compito iniziato o un’unità di qualcosa porta la massima soddisfazione proprio alla fine.
Gli esseri umani tendono a vedere le cose come una singola unità e non prendono in considerazione invece le dimensioni dell’unità.
Ad esempio una bottiglia di coca cola da mezzo litro è vista come una unità tanto quanto una bottiglia da un litro anche se è due volte più grande della bottiglia da mezzo litro.
Per comprendere meglio come funziona il Bias dell’unità pensa al modo in cui LinkedIn ha elaborato il processo di creazione del profilo.
Se avessimo dovuto completare l’inserimento di tutte le informazioni durante la fase di registrazione alla piattaforma molto probabilmente oggi LinkedIn non esisterebbe.
Linkedin ha saputo sfruttare il Bias dell’unità dividendo in piccoli compiti tutte le attività che compongono un profilo completo e con una barra di avanzamento gli utenti possono verificare quanto manca per completare il proprio profilo.
La restante percentuale di completamento funge da motivazione per gli utenti a completare l’attività.
A presto 😊